Roberto Bombarda - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||||||||||||||
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Trento, 9 settembre 2009 «Non solo affideranno ai privati la gestione ma perfino i controlli ambientali. Un capolavoro!» Roberto Bombarda ironizza, ma quella del consigliere provinciale dei Verdi è un'ironia sarcastica. Soprattutto perché arriva in un anno di inchieste che hanno messo in luce un sistema di utilizzo delle discariche non certo cristallino e impeccabile, sia dal punto di vista gestionale che dei controlli. Da sempre contrario alla realizzazione dell'inceneritore dei rifiuti, è rimasto basito alla lettura delle anticipazioni relative all'intenzione di affidare per vent'anni in convenzione l'impianto di Ischia Podetti all'impresa che si aggiudicherà la gara. «Mi pare l'ennesima triste tappa di un libro che è stato scritto mettendo le conclusioni davanti alle premesse e allo svolgimento. Credo che in un qualsiasi altro posto al mondo di fronte ai risultati della raccolta differenziata e alla conveniente opportunità di fare a meno del "mostro", facendo un'operazione di chiusura del ciclo dei rifiuti senza l'inceneritore, si sarebbe presa una strada diversa. Invece ci riduciamo come quelli di Acerra. Poi parlano di Trento per Kyoto». Bombarda non accetta l'obiezione sollevata recentemente anche dal sindaco Andreatta, cioè che gli impianti indicati come all'avanguardia, tipo la trevigiana Vedelago, in realtà spediscono fuori regione i loro residui che vengono bruciati. «Sono stupidaggini, non è affatto vero. A parte che Vedelago ricicla il 90% del residuo post differenziata. Dunque se anche avesse ragione chi sostiene quella tesi, applicando il sistema in Trentino avremmo comunque un impianto non da centomila ma da diecimila tonnellate». Argomentazioni che fanno dire al consigliere verde che la partita non è ancora finita. «Sono un cultore di Boskov (l'allenatore di calcio) - scherza - che diceva sempre: "partita finita solo quando arbitro fischia". L'arbitro non ha ancora fischiato e ricordo il precedente della centrale nucleare di Caorso: fu costruita ma non entrò mai in funzione». Ribadita la contrarietà al sistema di smaltimento finale, Bombarda si sofferma poi sulle modalità di gestione dell'impianto. «È chiaro - sostiene - che se dai a un privato il compito di smaltire 100 o 120 mila tonnellate all'anno di rifiuti farà di tutto perché non calino. E se la differenziata andrà avanti e raggiungerà l'84% come in Val di Fiemme da dove arriveranno tutte quelle immondizie? Il rischio è di diventare importatori, altro che chiudere il ciclo. E se forse non arriveremo fino a quel punto è pacifico che deresponsabilizzeremo i territori. Chi oggi è al 60-65% che interesse avrà ad arrivare oltre? Diventerebbe anti economico». Al di là delle questioni tecniche però l'esponente ambientalista ne fa una questione culturale e civile. Considera assurda la decisione di andare a bruciare quella che considera una potenziale risorsa. «Quando non utilizzeremo più la parola rifiuti e penseremo che da quel prodotto si può realizzare un risparmio economico e ambientale avremmo fatto un passo avanti». Chiede perciò alla maggioranza di governo in Provincia, di cui fa parte, e in Comune di riaprire il confronto. A partire da una revisione e un aggiornamento del piano provinciale dei rifiuti. «Il terzo ha dimostrato lacune spaventose, non solo sul piano della chiusura del ciclo ma anche della gestione dell'organico. Basti vedere quel che è successo tra Campiello di Levico, Lasino, Faedo. Quello è il risultato. Pensate come era stato fatto bene. Altro che inceneritore». |
ROBERTO
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